Come creare una base per la pietra (Daiza)
Un Suiseki non deve essere necessariamente un pezzo da museo per meritarsi un daiza (trono della pietra), se la forma, l'armonia, il colore e la pelle sono piacevoli vale la pena creargli un supporto, che sicuramente migliorerà
l'immagine e la stabilità. Anche un principiante con attrezzi limitati e abilità nel lavorare il legno, potrà intagliare
una base soddisfacente in un tempo sorprendentemente breve. Diversi sono i fattori da tenere presente nel
pianificare il lavoro, il progetto generale, il tipo di legno, la forma il colore e le finiture necessarie.
l'immagine e la stabilità. Anche un principiante con attrezzi limitati e abilità nel lavorare il legno, potrà intagliare
una base soddisfacente in un tempo sorprendentemente breve. Diversi sono i fattori da tenere presente nel
pianificare il lavoro, il progetto generale, il tipo di legno, la forma il colore e le finiture necessarie.
Inizialmente e necessario identificare il legno adatto e c'è una vasta scelta tra differenti tipi e qualità . Ci sono tipi di legno duro e soffice, ed ogni suisekista con l'esperienza identificherà quello più adatto al suo modo di lavorare,compatibilmente con la reperibilità sul mercato.
Fra i tipi "duri" i più utilizzati sono, il mogano, il noce,il ciliegio,il pero, il teak, il rovere ecc. perchè è più difficile che questi tipi di legno si scalfiscano o formino crepe, avendo fibre compatte, ravvicinate e corte. Fra i tipi teneri o semi teneri, per la mia esperienza possono risultare validi anche l'aius , la samba, il ramino, che hanno una buona reperibilità, costi contenuti, un buona lavorabilità e venature piccole e compatte.
Una volta scelto il legno ,si acquista una tavola ben stagionata ,più larga della misura del suiseki per poter avere la possibilità di bloccarla lateralmente e lavorarla al meglio, di uno spessore sufficiente per incassare la pietra in modo uniforme, gli si appoggia sopra la pietra e si disegna il contorno con una matita,per poi scavare l'interno del perimetro con frese elettriche o scalpelli affilati.
Dopo il primo generico scavo si pone un carta copiativa sulla base e gli si appoggia la pietra sopra premendo delicatamente, questo genera delle zone inchiostrate che rappresentano i punti da fresare, e si continua con questo metodo fino a che il Suiseki non sara giustamente incassato nella base.
Poi sarà necessario decidere, seguendo le caratteristiche della pietra, se scavare lateralmente un "muro" (in gergo) oppure no, di solito le pietre dalla superficie lavorata, preferiscono la presenza del muro o più di uno, mentre quelle lisce e semplici si valorizzano senza muri. La Fase finale sarà scavare sotto per mettere in evidenza i piedini che andranno posizionati ai lati e nei punti di forza, in genere in numero dispari.
Fra i tipi "duri" i più utilizzati sono, il mogano, il noce,il ciliegio,il pero, il teak, il rovere ecc. perchè è più difficile che questi tipi di legno si scalfiscano o formino crepe, avendo fibre compatte, ravvicinate e corte. Fra i tipi teneri o semi teneri, per la mia esperienza possono risultare validi anche l'aius , la samba, il ramino, che hanno una buona reperibilità, costi contenuti, un buona lavorabilità e venature piccole e compatte.
Una volta scelto il legno ,si acquista una tavola ben stagionata ,più larga della misura del suiseki per poter avere la possibilità di bloccarla lateralmente e lavorarla al meglio, di uno spessore sufficiente per incassare la pietra in modo uniforme, gli si appoggia sopra la pietra e si disegna il contorno con una matita,per poi scavare l'interno del perimetro con frese elettriche o scalpelli affilati.
Dopo il primo generico scavo si pone un carta copiativa sulla base e gli si appoggia la pietra sopra premendo delicatamente, questo genera delle zone inchiostrate che rappresentano i punti da fresare, e si continua con questo metodo fino a che il Suiseki non sara giustamente incassato nella base.
Poi sarà necessario decidere, seguendo le caratteristiche della pietra, se scavare lateralmente un "muro" (in gergo) oppure no, di solito le pietre dalla superficie lavorata, preferiscono la presenza del muro o più di uno, mentre quelle lisce e semplici si valorizzano senza muri. La Fase finale sarà scavare sotto per mettere in evidenza i piedini che andranno posizionati ai lati e nei punti di forza, in genere in numero dispari.
Che forma dare ai piedini
Uno dei disegni più comuni è il piedino a forma di cuneo, più ampio in alto che in basso.
Spesso il lato frontale del piedino è intagliato in modo che si ricurvi leggermente all'interno, ma sicuramente il disegno scelto deve essere basato sulla forma del suiseki,
che se delicato e con contorni morbidi, dovrebbe avere un daiza con piedini corti e semplici, ugualmente arrotondati e curvi. Il numero dei piedini viene limitato al minimo,e per evitare la simmetria è bene lasciare uno spazio disuguale tra i piedini, sempre rispettando i punti di forza, se possibile, e se si vogliono seguire le regole giapponesi mettendoli in numero dispari, possibilmente 3 sul davanti.
Uno dei disegni più comuni è il piedino a forma di cuneo, più ampio in alto che in basso.
Spesso il lato frontale del piedino è intagliato in modo che si ricurvi leggermente all'interno, ma sicuramente il disegno scelto deve essere basato sulla forma del suiseki,
che se delicato e con contorni morbidi, dovrebbe avere un daiza con piedini corti e semplici, ugualmente arrotondati e curvi. Il numero dei piedini viene limitato al minimo,e per evitare la simmetria è bene lasciare uno spazio disuguale tra i piedini, sempre rispettando i punti di forza, se possibile, e se si vogliono seguire le regole giapponesi mettendoli in numero dispari, possibilmente 3 sul davanti.
Sono convinto che le parole siano utili, ma l'esperienza visiva resta senz'altro la migliore
per imparare più in fretta e memorizzare i particolari, quindi mi sono accordato con un grande amico del suiseki CARLO MARIA GALLI (socio Aias), per darvi la possibilità di vedere in 2 video la realizzazione concreta di un daiza, dall'intaglio alla verniciatura e finitura finale. Ogni Suisekista ha la sua maniera e i suoi metodi di lavoro, spesso segreti, e Carlo è uno dei pochi insieme a all'esperto FABRIZIO BUCCINI che con questi video danno la possibilità a tutti di poterli conoscere a fondo. Buona visione
per imparare più in fretta e memorizzare i particolari, quindi mi sono accordato con un grande amico del suiseki CARLO MARIA GALLI (socio Aias), per darvi la possibilità di vedere in 2 video la realizzazione concreta di un daiza, dall'intaglio alla verniciatura e finitura finale. Ogni Suisekista ha la sua maniera e i suoi metodi di lavoro, spesso segreti, e Carlo è uno dei pochi insieme a all'esperto FABRIZIO BUCCINI che con questi video danno la possibilità a tutti di poterli conoscere a fondo. Buona visione
Rifinire il Daiza: carteggiatura e verniciatura
La superficie del daiza deve innanzitutto essere liscia e per fare questo useremo carte
vetrate e pagliette d'acciaio con grane sempre più fini, in modo da eliminare ogni imperfezione, partendo dalla misura 120 fino ad arrivare a 200 o più , l'interno e la parte sottostante del daiza non richiedono questa lavorazione fine, e possono essere lasciate un po' più grezze, anche se i puristi insistono sulla necessità di rifinire anche queste zone
Per la verniciatura si utilizza un mordente ( es. anilina) che può essere ad acqua o all'alcool, ed è usato per mettere in evidenza la piena bellezza della venatura o per scurire il colore del legno. Per i legni duri con belle venature e colori marcati (es. mogano ) non sempre è necessario usarlo, basta carteggiare finissimo, passare un bastoncino di bambù sulla superficie per renderla liscia , strofinare con un panno per la lucidatura e rifinire con più passaggi di cera da ebanista. Il tempo e la luce produrranno poi un ulteriore inscurimento che aumenterà l'invecchiamento della lavorazione. Nel
caso si decida di utilizzare il mordente è consigliabile scegliere colori credibili , mogano, noce ,ciliegio ecc. simili ai legni duri, magari solo per scurire di più il legno originale, mentre per i legni chiari, ramino aius e samba, sarà necessario dare più mani di colore (anche 6 o7) per arrivare alla giusta tonalità. In seguito si passano più mani di turapori (3-4) lasciando asciugare bene tra una e l'altra, carteggiando alla fine con paglietta d'acciaio finissima, e passando cera da ebanista per finire. La lucidatura a fine lavoro con un panno, darà il tocco finale.
La superficie del daiza deve innanzitutto essere liscia e per fare questo useremo carte
vetrate e pagliette d'acciaio con grane sempre più fini, in modo da eliminare ogni imperfezione, partendo dalla misura 120 fino ad arrivare a 200 o più , l'interno e la parte sottostante del daiza non richiedono questa lavorazione fine, e possono essere lasciate un po' più grezze, anche se i puristi insistono sulla necessità di rifinire anche queste zone
Per la verniciatura si utilizza un mordente ( es. anilina) che può essere ad acqua o all'alcool, ed è usato per mettere in evidenza la piena bellezza della venatura o per scurire il colore del legno. Per i legni duri con belle venature e colori marcati (es. mogano ) non sempre è necessario usarlo, basta carteggiare finissimo, passare un bastoncino di bambù sulla superficie per renderla liscia , strofinare con un panno per la lucidatura e rifinire con più passaggi di cera da ebanista. Il tempo e la luce produrranno poi un ulteriore inscurimento che aumenterà l'invecchiamento della lavorazione. Nel
caso si decida di utilizzare il mordente è consigliabile scegliere colori credibili , mogano, noce ,ciliegio ecc. simili ai legni duri, magari solo per scurire di più il legno originale, mentre per i legni chiari, ramino aius e samba, sarà necessario dare più mani di colore (anche 6 o7) per arrivare alla giusta tonalità. In seguito si passano più mani di turapori (3-4) lasciando asciugare bene tra una e l'altra, carteggiando alla fine con paglietta d'acciaio finissima, e passando cera da ebanista per finire. La lucidatura a fine lavoro con un panno, darà il tocco finale.
La seconda parte del filmato vi chiarirà ogni dubbio....
Un altro modo per fare le basi - un mini servizio video dell'Amico e suisekista felice colombari....
Per tutti coloro che hanno la possibilità di avere un amico falegname con attrezzature professionali, e la sua disponibilità nel concedere i macchinari o usarli lui stesso. Un filmato che prova il valore di questo metodo, per la velocità, la precisione e gli ottimi risultati.. ma la mano del professionista è determinante..anche e sopratutto per la sicurezza e la validità del risultato.
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altri filmati girati nella citta' dei ragazzi nell'ambito di una mostra d i bonsai e suiseki (audio in italiano) DAL NOSTRO INVIATO E SUISEKISTA cARLO MARIA GALLI
LABORATORIO A CURA DI FABRIZIO BUCCINI E CARLO MARIA GALLI
ROMA 4 ott.2014 CITTA' DEI RAGAZZI
PRIMA PARTE.
ROMA 4 ott.2014 CITTA' DEI RAGAZZI
PRIMA PARTE.
LABORATORIO A CURA DI FABRIZIO BUCCINI E CARLO MARIA GALLI
ROMA 4 ott.2014 CITTA' DEI RAGAZZI
SECONDA PARTE
ROMA 4 ott.2014 CITTA' DEI RAGAZZI
SECONDA PARTE